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Qui di seguito domande e risposte che più comunemente ci vengono poste dai volontari interessati ai nostri corsi di formazione in clownterapia.

1) Perché è necessario frequentare un Corso per fare il “volontario” clown in corsia e nel sociale?

Praticare la Clownterapia in qualunque ambito, anche in quello del Volontariato richiede conoscenze artistiche di base oltre a una predisposizione naturale al riso e all’allegria. Il primo passo per imparare ad attivare un intervento di clownterapia con competenza è quello di frequentare un Corso di Formazione in Clownterapia dove, oltre ad acquisire tecniche di clownerie, mimo, giocoleria comica, comportamento in ospedale, igiene, il partecipante può imparare a mettersi in gioco, a superare timidezze e ritrosie, a migliorare la propria autostima e acquisire tecniche per relazionarsi serenamente con persone sofferenti portando gioia e allegria con “tatto”.

2) Perché bisogna pagare un corso per volontari?

Il Corso di formazione in Clownterapia di VIP APS, dal 2004, prevede una quota di contribuzione di 165,00 Euro. Il Corso “Clownterapia” è un corso di formazione e di crescita personale a tutti gli effetti ed è utile a chiunque desideri migliorare la propria autostima, a chi vuole superare paure e timidezze, a chi vuole conoscere e praticare la Clownterapia per se stesso e per aiutare persone in situazioni di disagio fisico e psichico. Il Corso di Clownterapia è condotto da docenti-formatori professionisti dell’Associazione di Promozione Sociale ViviamoInPositivo (VIP APS) nata nel 1997, leader dal 2000 nella formazione in Clownterapia in tutt’Italia. La formazione, come tutti sappiamo, ha un costo che per chi vi partecipa è un “investimento” sulla propria crescita e conoscenza.

3) Ma un’associazione “no profit” non dovrebbe dare servizi gratuiti?

Quello tra “no profit” e “denaro” può, di primo acchitto, sembrare un contrasto. Pensando all’idea di “no profit” (senza scopo di lucro) si può erroneamente pensare che ciò che è “no profit” non debba avere relazione con la circolazione di denaro o che in un ente no profit tutto (lavoro, servizi, beni) debba essere dato e ricevuto in forma gratuita. Approfittiamo per cercare di chiarire questo apparente contrasto. La dicitura “associazione no profit” (senza scopo di lucro) non significa che nell’associazione il denaro debba essere bandito e nemmeno che i soci dell’associazione debbano operare come volontari. La dicitura “no profit” è implicita nella definizione di una associazione che deve avere come fine il raggiungimento di un beneficio collettivo (non economico) e si contrappone a quella di “società commerciale”, che prevede come finalità essenziale “l’esercizio di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili”. Nel Codice Civile si possono trovare degli approfondimenti. Un’associazione (come una normale società) ha dei costi fissi e altri costi che dipendono dalle attività svolte (spese, costi di gestione, paghe, ecc.) e necessiterà di avere delle entrate (da tessere associative, offerte, incassi commerciali, raccolte fondi, ecc.): quello che avanza è detto “utile”. La differenza fondamentale tra “profit” e “no profit” sta nel modo in cui viene gestito questo utile: in una società commerciale l’utile può essere ridistribuito tra i soci/azionisti mentre nelle associazioni no profit (Codice Civile, art. 2247); l’utile deve essere totalmente reinvestito a favore degli scopi che l’associazione stessa persegue.

4) C’è altro da pagare successivamente?

Se presterai servizio come volontario, l’Associazione dove presterai servizio ti chiederà una quota associativa annuale che include l’assicurazione. La quota di primo ingresso e assicurazione è di 25,00 euro. La quota di rinnovo per gli anni successivi può essere differente da una associazione all’altra (occorre informarsi presso la specifica associazione).

5) Dopo il corso di Formazione base sono in grado di fare servizio in ospedale, in carcere, e ovunque vi sia un disagio?

Nel circuito VIP, dopo il corso dovrai effettuare alcune ore integrative di formazione e quindi, potrai iniziare il tirocinio di volontario-clown accompagnato da volontari VIP formati ed esperti. Ti occorreranno però ancora circa un centinaio di ore di formazione e di tirocinio (circa 1 anno dopo il Corso Base di Clownterapia ) per essere in grado di offrire un servizio in ospedale senza l’accompagnamento di un “volontario anziano”.
Fuori dal circuito VIP, dopo il corso avrai acquisito una formazione di base in Clownterapia che potrai se lo desideri approfondire per tuo conto.

6) Si riesce a capire quando la gente vuole l’umorismo o quando la gente rifiuta l’umorismo, quando l’umorismo è la carta giusta?

Crediamo che innanzitutto sia importante sviluppare amore per tutti gli esseri umani e che non ci sia un confine, un limite con l’umorismo, non pensiamo che ci sia un momento in cui l’umorismo non vada più bene. L’amore, l’umorismo è qualcosa che deve essere portato in tutti i contesti umani.

7) Come vengono accolti i clown in un ospedale dai malati? Come reagisce il personale ospedaliero?

La nostra attuale esperienza ci porta a dichiarare che in linea di massima, fatte salve alcune eccezioni, sia i degenti, sia il personale ospedaliero (infermieri, caposale e medici) rispondono positivamente e in certi casi con un buon coinvolgimento all’intervento dei clown in corsia.
Il “clown”, inoltre, agendo in un luogo di disagio quale, ad esempio, un ospedale, porta con sé un mondo magico, il mondo del circo con le sue meraviglie e la sua fantasia e, così come accade al circo, allo stesso modo l’intervento di un clown può trasportare in un’atmosfera di gioia, buon umore e risate chi soffre un disagio.